Il primo anno di lezioni con Roberto Frati al conservatorio di Firenze fu un trauma. Non progredivo e me ne sfuggiva il motivo,  eppure studiavo, ci mettevo tempo e passione ma non capivo cosa non andava. Fino a quando, ad un corso estivo, fu Marco Falaschi, collega e amico di  Roberto, a darmi  la giusta chiave di lettura per poter interpretare quello che mi veniva insegnato. Stesso metodo, parole diverse, fu l’uovo di Colombo.

Roberto è stato un insegnante severo ma capace di dare stimoli forti, un modello musicale  che non cercava imitazione ma comprensione del fenomeno musicale stesso, quindi un musicista ancor prima che  saxofonista, una persona alla quale mi sono affezionato e che oggi a distanza di quasi trent’anni considero come un fratello. 

Cominciai poco dopo a suonare col mio primo quartetto, il “Quartetto di Saxofoni di Firenze”, amici e colleghi con i quali condividevo oltre che la crescita artistica, ricca di successi anche all’estero, quella umana ben più preziosa.

Si cresce e il cambiamento è inevitabile, l’amicizia rimane, il quartetto si scioglie nel il periodo in cui assolvo gli obblighi di leva (mi improvviserò trombonista nella fanfara del 6° reggiment bersaglieri) e comincio la mia attività di insegnante in varie associazioni musicali. Faccio anche altri lavori  perché voglio investire in strumenti musicali e corsi di perfezionamento per cercare qualcosa in più che però non arriva, stimati saxofonisti mi danno preziosi consigli ma non lasciano il segno. Comincia comunque un periodo ricco di novità. Mentre conseguo la laurea specialistica in discipline musicali sempre sotto la guida di Roberto iniziano le collaborazioni con il Maggio Fiorentino, il Teatro Regio di Torino e RadioRai, conosco nuovi musicisti con i quali porto avanti per anni un progetto dedicato alla musica degli anni di “quando c’era la radio ma non ancora l televisione”, la Radiorchestra.

Poi l’incontro con i maestri Piernarciso Masi e il Trio Altenberg all’accademia di Imola dove frequento un triennio di perfezionamento in musica da camera, personalità diversissime fra loro ma ugualmente ricche sotto il profilo culturale, capaci di dare un qualcosa in più al mio lavoro di camerista classico.

Nel frattempo parte del quartetto di Firenze è confluito nel progetto Steelwind, di cui è promotore Roberto. Il vecchio interesse per i generi diversi dalla musica cosiddetta classica trova ampio sfogo in trascrizioni di ogni genere che diventano esibizioni live e CD, un progetto che che dopo 15 anni di attività ancora è capace di stupire e incuriosire per primi noi stessi.

In seguito insegno nella scuola pubblica dapprima educazione musicale e poi sax, ho numerosi gruppi da camera con i quali suono ma ancora provo una certa invidia per il mondo orchestrale, che ahimè non prevede la presenza fissa del sax in organico. Ma le bande ministeriali si. Dopo numerose idoneità vinco il concorso e da quasi dieci anni sono in organico alla banda dell’Arma dei Carabinieri, faccio tourneè in varie parti del mondo e suono in teatri splendidi … sono partito da piccolo dalla banda e alla banda sono tornato attraverso un percorso variegato e a volte assurdo ma forse doveva andare proprio così.

Milo Vannelli

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